Un nuovo modo di fare economia, a parole, che con un governo come questo diventa non solo futuribile ma impossibile da realizzare. Ottime intenzioni quelle del sottosegretario ma di concreto poco o nulla.
Stanislao Di Piazza, detto Steni, M5S.
Roma – Steni Di Piazza, sottosegretario al Lavoro del governo Conte, reduce dal 41° Meeting di Rimini, ha scritto un lungo post su Facebook, com’è ormai consuetudine di decine di politici a corto di fantasia e volontà di confronto diretto:
“…Dobbiamo scommettere su noi stessi per nuovi modelli di sviluppo – ha scritto Di Piazza – Ieri al 41° Meeting di Rimini abbiamo parlato di economia, smart working, lavoro in generale. Abbiamo riflettuto sul ruolo dei lavoratori in questa fase di pandemia che ha cambiato il modo di lavorare. È essenziale creare nuove norme per regolamentare lo smart working dando centralità al lavoratore e ai suoi diritti. Esaltando le potenzialità di questo nuovo strumento ma non dimenticando di tutelare le categorie più fragili...”.
Di Piazza non si ferma e prosegue con la sua filippica:
“…Abbiamo pure parlato di economia sostenibile. Negli ultimi decenni, abbiamo pensato che la massimizzazione del profitto potesse essere la soluzione per una migliore redistribuzione della ricchezza. Abbiamo sbagliato. Si sono arricchite, di molto, poche persone ed è aumentata, di molto, la povertà di tanti. Ci si è dimenticati proprio di coloro che producono “vera” ricchezza e di coloro che contribuiscono a creare reddito...”.
“…Dobbiamo emanare un insieme di norme– ha concluso il sottosegretario – che premino quelle imprese, e sono tante, che producono per fare profitto per il bene comune, per la comunità, così come ci indica l’art. 41 della nostra costituzione: “…L’iniziativa economica privata è libera” (ma) “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale…” (Bene Comune). Dobbiamo cominciare a costruire la “terza economia” che non è alternativa alla prima (l’economia di mercato) o alla seconda (lo Stato), ma funge da supporto ad esse per realizzare i principi della nostra Costituzione. Per questo motivo dobbiamo sederci con le parti sociali e le imprese, per condividere ed avviare assieme questi processi di crescita. Serve coraggio per avviare nuovi processi di sviluppo sostenibili per le future generazioni…“. Ma che belle parole. A parole.
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