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MUSUMECI SORRIDE, SALVINI GONGOLA. IL LEGHISTA NORMANNO

Sordo alle proteste dei Siciliani (e dei suoi elettori) il governatore di Militello Val di Catania ha nominato assessore il Leghista Normanno. Superando e bypassando altre proposte di spessore provenienti da personaggi della Lega ben più blasonati. Che figuraccia…

Sembrava incredibile eppure è vero, la Giunta regionale siciliana, guidata da Sebastiano Musumeci, conta un assessore leghista: il giornalista Alberto Samonà, responsabile del settore Cultura della Lega Sicilia, che guiderà l’assessorato dei Beni culturali e Identità siciliana. La nomina è avvenuta il 17 Maggio 2020, data che rimarrà impressa nella memoria dei siciliani. Una poltrona rimasta vuota per lutto dal 10 marzo del 2019 quando in seguito ad un incidente aereo in Etiopia aveva perso la vita l’archeologo Sebastiano Tusa. Da quel momento, l’ambito incarico era stato assunto ad interim da Musumeci, in attesa di chiudere interessanti accordi politici e cercare una figura all’altezza del compianto assessore regionale.

Comunicare la nomina di Samonà ai siciliani non è stato facile. La decisione, infatti, ha suscitato stupore, rabbia e perplessità, con moltissime proteste sulla stampa nazionale e sui social:

“… Caro Musumeci hai svenduto la nostra identità culturale alla Lega… Invece di difendere i nostri valori. Hai fatto entrare un partito dalla porta principale. Un partito che più volte ha parlato solo male del Meridione e a cui tu hai steso un tappeto rosso per l’ingresso a Palermo. Una vergogna ed una delusione…”.

Salvini e Musumeci, il selfie del secolo.

Alla lunga sequela di proteste e insulti il governatore ha replicato alla sua maniera. Senza convivere nessuno, ovviamente:” … Dopo l’irripetibile stagione dei tecnici Alberto Samona’ è la giusta sintesi della militanza politica e della competenza professionale. Lo conosco da anni, continua Musumeci, e sono certo che saprà svolgere con passione il ruolo che, di intesa con il suo partito, ho voluto affidargli…”.

Temendo però che l’ondata di impopolarità si tramutasse in insanabile rottura con il popolo isolano, da verace e spavaldo condottiero populista Sebastiano Musumeci, sorprende tutti con un appuntamento in piazza Duomo a Catania, per distribuire gratuitamente ai siciliani “ampolle” d’acqua del fiume Amenano, formidabile antidoto contro ogni forma di innamoramento leghista. Una sorta di prezioso elisir di lunga vita che il presidente spera possa fare effetto il più a lungo possibile. È vero attribuire proprio la delega all’Identità Siciliana ad un esponente (quasi sconosciuto) della Lega ha un sapore amaro. Questa è la sensazione diffusa e non solo fra gli avversari di Nello da Militello. Pogliese, il sindaco di Catania, aveva fatto da battistrada con un uomo per tutte le ruote, il buon Fabio Cantarella, uno dei papabili alla carica regionale. Il buon Musumeci, però, ha preferito Samonà alle pressioni dei due “ex camerati” che, una volta appresa la notizia, se ne faranno una ragione. Comunque stiano le cose ormai è fatta. Il governatore e i suoi non aspettano altro che il polverone si esaurisca e che tutto torni nel silenzio. Com’è costume tipico dopo le brutte notizie. Eppure non è una protesta di sinistra come qualcuno voleva spacciarla. E’ stata una vera e propria rivolta delle coscienze libere, una risposta forte e determinata a quella che è stata considerata una carognata in piena regola.

Palermo protesta contro Musumeci.

Ma la vicenda non è stata semplice da gestire neanche all’interno della Lega che pare ne sia uscita fuori comunque con le ossa rotte e con qualche “addio di peso”.

Certamente Musumeci sul piano del manuale “Cencelli” ha lavorato bene anche se con molta fatica per non cedere alle “sirene del Carroccio” un assessorato, elettoralmente apprezzabile, come quello dell’Agricoltura. Non è stato semplice. Ecco dunque prospettarsi all’orizzonte un altro assessorato, ben più importante e di grande immagine, come quello che adesso ha un nuovo padrone di casa. Il piatto è servito, il debito pagato. Tutti contenti con il primo assessore regionale leghista nella storia della Sicilia. Adesso che il governatore ha saldato il conto Salvini gongola. Tanto da non nascondere la propria soddisfazione:

”…Siamo orgogliosi di entrare nella giunta del governatore Musumeci per occuparci di Beni culturali e Identità siciliana – ha detto il premier di Pontida – tra le altre cose avremo l’onore di gestire le soprintendenze provinciali e quella del Mare, i 14 parchi archeologici, con i teatri di pietra e i templi, per non parlare dei musei regionali e delle straordinarie biblioteche di Palermo, Catania e Messina. La Sicilia, con la sua storia e la sua cultura, è un vanto per l’Italia: siamo orgogliosi di entrare nel governo regionale, prima volta nella storia, per confermare le capacità amministrative delle donne e degli uomini della Lega, al servizio dei siciliani e del cambiamento…”.

Dieci righe di complimenti all’isola per mascherare i commenti negativi dei social che bocciano la nomina temeraria ritenendola un’usurpazione devastante per la terra di Siculi e Sicani. “Musumeci dimettiti”, il grido accorato e addolorato di più di 7 mila iscritti solamente su una pagina fb. Dimissioni invocate da chi considera “un tradimento” l’affidamento, a un esponente della Lega, di un assessorato che nella sua definizione completa ai Beni culturali aggiunge la tutela “dell’identità siciliana”.

Monreale protesta contro Musumeci.

Un giudizio, per semplice cronaca, e’ stato espresso un anno fa proprio dal Sen. Stefano Candiani: “In Sicilia – diceva il 7 maggio del 2019 – con la Lega abbiamo un sogno, quello di risollevare una terra bellissima ma martoriata da decenni di cattiva politica e malaffare: non governeremo mai con personaggi come Fracantonio Genovese, Lombardo, i cuffariani e  Miccichè, che hanno trasformato il sogno dei siciliani liberi e onesti in un incubo. Salvini lo impedirà”. Quando si dice la coerenza…! Che qualcuno riferisca al commissario leghista che in questo momento, il figlio Luigi Genovese è suo alleato in maggioranza, che gli uomini di Lombardo così come gli “ex cuffariani” sono nella stessa giunta in cui sta entrando la Lega e che Micciché non solo c’è ancora come Presidente dell’assemblea regionale, ma è anche il commissario di Forza Italia.

Musumeci, il conservatore, ha sbalordito tutti, così il distintivo ed il logo del “Guerriero di Legnano”, inventato da Bossi e’ tra noi, ma tutto passa…! Buon lavoro assessore.

Silvestro Di Napoli

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