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Alcune delle macchine rubate

COSENZA – RUBAVANO AUTO E CHIEDEVANO IL RISCATTO. 13 INDAGATI PER RICETTAZIONE, FURTO ED ESTORSIONE.

Le vittime erano costrette a pagare per riavere le loro auto e a chi si rifiutava veniva bruciata o smantellata la vettura a suo tempo rubata sotto casa.

CosenzaOltre 120 militari dell’arma dei carabinieri hanno dato esecuzione ad una serie di ordinanze di misure cautelari emesse dal Gip del il tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 13 soggetti indagati a vario titolo per i reati in concorso in ricettazione, furto ed estorsione. L’operazione, denominata “Gipsy village”, ha interessato la città dei Bruzi ma anche le realtà limitrofe come Montalto Uffugo, Torano Castello e Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese.

Le auto bruciate.

Gli indagati, tutti tra i 30 e i 40 anni, erano già noti alle forze dell’Orine per reati connessi a quelli attuali. Nello specifico i malviventi rubavano le macchine ai malcapitati della zona per poi imporre prezzi tra 850 e 2.000 per la restituzione. Le vittime per recuperare le autovetture erano costrette ad andare direttamente nel “villaggio degli zingari” di Cosenza dove potevano effettuare la transazione. Nell’operazione di polizia sono state rinvenute 36 autovetture, poi riconsegnate ai proprietari. Delle 13 ordinanza di custodia 9 persone sono state notificate per i domiciliari, mentre uno dei soggetti, già coinvolto in altri reati dunque già detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, ha ricevuto la notifica direttamente nel centro di rieducazione.

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La fine dei mezzi di chi si rifiutava di pagare
La fine dei auto di chi si rifiutava di pagare.

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Nel totale sarebbero stati accertati 12 episodi di furti, 9 estorsioni e almeno 2 tentativi di estorsione. Infatti qualora la vittima si fosse rifiutata di pagare venivano poste in essere tutta una serie di minacce e intimidazioni, fino all’atto final: la distruzione dell’autovettura. In altri casi le vittime, in maniera autonoma, si recavano presso la zona di via degli Stadi, provviste di congrue somme di denaro per riscattare le autovetture. Gli inquirenti, proprio grazie a queste preziose informazioni, hanno potuto pianificare l’attività investigativa e arrestare i malviventi. L’operazione “Gipsy village” può essere intesa come un sequenza delle precedenti “Scacco al Cavallo” e “Scacco al Cavallo 2”, eseguite dai carabinieri di Cosenza rispettivamente il 16 novembre 2018 e 4 luglio 2019, nell’ambito delle quali erano già stati arrestati alcuni degli odierni indagati.

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